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Azioni di conservazione di Chirotteri nelle grotte costiere e ridiffusione di Quercus macrolepis

“Azioni di Tutela della Biodiversità nel Sistema Conservazione della Natura”

Azioni di conservazione di Chirotteri nelle grotte costiere e ridiffusione di Quercus macrolepis

nel Parco Naturale Regionale “Costa Otranto-Leuca e Bosco di Tricase”

OTTOBRE 2011

 

COMITATO ESECUTIVO DEL PARCO

Ing. Nicola Panico (Presidente)

Ing. Luisella Guerrieri

Dott. Biol. Francesco Minonne

RESPONSABILE UNICO DEL PROCEDIMENTO

Dott. Biol. Francesco Minonne

 

  1. IL PROGETTO

Il progetto è composto da 5 gruppi di micro interventi, elementi utili a migliorare la fruizione del parco sia dal punto di vista dei visitatori che da quello floro-faunistico:

  1. Grate da posizionare agli ingressi di 4 bocche di grotte e cunicoli naturali e artificiali utili alla salvaguardia della popolazione di chirotteri (pipistrelli) e al loro ripopolamento. In particolare saranno sostituite le grate a griglia esistenti con grate a barre orizzontali che facilitano il passaggio dei chirotteri in volo;
  2. Cartellonistica dotata di tabelle didattico-interpretative da collocarsi in siti naturalistici (30 cartelli);
  3. Segnalatori verticali in tondino di acciaio corten da posizionare lungo i percorsi naturalistici utili ad evidenziare la presenza di specie vegetali e animali (circa 100 pz);
  4. Abbeveratoi per la fauna ricavati da micro-interventi di risistemazione paesaggistica di tre siti all’interno del parco
  5. Posizionamento di 3 gruppi di boe dinanzi a tre grotte marine per controllare l’accesso alle cavità e ridurre l’interferenza umana nei siti di salvaguardia della popolazione di chirotteri.
  1. GLI INTERVENTI PREVISTI

2.1. Le grate

Le grate sono posizionate all’imbocco delle seguenti grotte e cunicoli:

  1. 1 ingresso laterale Grotta della Monaca (Otranto), grotta naturale; grata di nuova realizzazione
  2. 2 ingressi alle fonti Carlo Magno (Otranto), condutture artificiali di acqua; grate di nuova realizzazione
  3. 2 ingressi ai Cunicoli del Diavolo (Porto Badisco – Otranto), grate da sostituire, grotte naturali

2.2. La Cartellonistica 

Una specifica cartellonistica rappresenterà le azioni principali del progetto oltre ad alcuni contenuti specifici dell’ecologia e vulnerabilità dei chirotteri nell’area Parco. In particolare si prevedono tabelle didattiche-interpretative nei pressi delle principali grotte costiere come Zinzulusa, Grotta grande del Ciolo, Grotta della Monaca, distribuite così al centro, a sud e a nord del Parco e nelle principali zone di fruizione turistica. Una tabella descrittiva dell’intero progetto sarà poi collocata in ognuno dei centri urbani dei comuni del Parco.

2.3. I Segnalatori Verticali 

I segnalatori verticali sono realizzati con tondino di acciaio corten. Ogni segnalatore riporta l’icona stilizzata di un gruppo di animali o piante presenti nella zona da attraversare e un tondo piatto di 25 cm di diametro con informazioni sulla specie e sul luogo in cui ci si trova. I segnalatori sono alti circa 3 mt fuori terra e data la loro esile configurazione e il colore ruggine scuro si adattano alla fruizione del contesto naturale come già sperimentato in altri parchi naturali europei.

I segnalatori (140 pz) saranno disposti lungo i percorsi naturalistici e in prossimità di aree di particolare interesse in fase di realizzazione degli interventi.

2.4. Gli abbeveratoi

Gli abbeveratoi sono necessari per il rifornimento idrico delle specie faunistiche. L’azione consiste nella dislocazione lungo la linea di costa di tre postazioni di abbeveraggio per i chirotteri ed altra fauna selvatica che proprio nella scarsa riserva idrica estiva trova uno degli elementi di vulnerabilità. Tali postazioni studiate per l’abbeveraggio sicuro di invertebrati (tra i quali anche le api), rettili, anfibi, uccelli e mammiferi saranno collocate nelle seguenti tre zone:

  1. abbeveratoio naturale di Porto Badisco (spiaggia con canneto) (Otranto)
  2. abbeveratoio del biotopo unico delle Vallonee (Tricase)
  3. abbeveratoio presso Torre del Sasso (Tricase)

L’abbeveratoio di Porto Badisco è già esistente in quanto frutto di allagamento da acqua sorgiva. L’intervento in quest’area mira a potenziare lo specchio d’acqua presente e a regolamentare la crescita del canneto in modo da rendere fruibile l’area attorno usata per accedere al mare dalla spiaggia. Il confine dell’abbeveratoio sarà realizzato con pietrame accumulato nei dintorni per effetto delle mareggiate e montato a secco. Saranno inoltre inseriti dei massi smussati sulla parte superiore e interrati nella parte inferiore in modo da costituire un camminamento che permetta di raggiungere la scogliera nei pressi dei cunicoli del Diavolo. I massi saranno distanti tra loro in modo che l’acqua possa defluire liberamente.

Gli abbeveratoi del Biotopo unico delle Vallonee e presso Torre del Sasso sono di forma ellissoidale 10×5 mt realizzati con recinzione in pietrame montato a secco, strato di fondo con membrana impermeabile (geomembrana in polietilene ad alta densità tipo HDPE o LPDE spessore 2 mm) per sistemi di fitodepurazione, ricoperta da terriccio. I due abbeveratoi avranno profondità massima di 50 cm e saranno riforniti di acqua annualmente tramite accordo con la Protezione Civile.

2.5. Le boe

L’intervento prevede di bloccare l’accesso a tre Grotte marine in cui è stato ravvisato la massiccia presenza di chirotteri. La presenza umana interferisce con i ritmi annuali di ripopolamento dei pipistrelli.

Gli interventi con boe sono previsti in prossimità delle seguenti grotte marine:

  1. Grotta della Monaca (Otranto)
  2. Grotta Palombara (Castro)
  3. Grotta Grande del Ciolo (Gagliano del Capo)

È previsto il posizionamento di filari di boe da posizionare a 15 metri dall’imbocco delle grotte per evitare l’ingresso di imbarcazioni e bagnanti. Ogni cordone di boe sarà composto da una boa di dimensioni maggiori di diametro 130 cm e altezza 160 cm in polietilene lineare, stampata rotazionalmente e riempita in poliuretano espanso, sormontata da segnalatore verticale sagomato in alluminio di altezza 2 mt. Le due boe maggiori sono collegate tramite corde ad una linea di galleggianti tipo boetta Ø mm. 163X193 di colore giallo.

L’ormeggio previsto è del tipo con jumper o galleggiante di profondità a spinta. Viene detto anche a fondale virtuale poiché l’obiettivo è di non incidere sul fondale ed è particolarmente indicato nelle aree marine protette. Il jumper evita il trascinamento della catena sul fondo e inoltre aumenta la tensione di superficie neutralizzando quindi la trazione esercitata dalla boa sul corpo morto.